La complessa sfida del dialogo UE-Russia

LA CONFERENZA STAMPA TRA BORRELL E LAVROV

Il 5 febbraio, durante una conferenza stampa congiunta con il Ministro degli Esteri Russo Sergei Lavrovl’Alto Rappresentante Josep Borrell ha annunciato che le relazioni tra UE e la Russia avevano toccato il “punto più basso”. A conferma, Lavrov ha aggiunto in un intervento poco dopo che l’UE in questa fase era un “partner inaffidabile”. Raramente si sono sentiti degli scambi pubblici dai toni così duri, ma hanno fatto chiarezza sulla profondità delle divergenze tra UE e Russia.

I PUNTI DI SCONTRO: DIRITTI UMANI, BIELORUSSIA E UCRAINA

I “paletti” che impediscono in questa fase un riavvicinamento tra i due blocchi sono parecchi, a cominciare da quelli legati ai diritti umani. L’arresto dell’oppositore politico Alexey Navalny il 17 gennaio ha suscitato forti critiche dai leader europei. La settimana successiva, al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, il caso Navalny è stato al centro del dibattito tra i ministri degli Esteri. Secondo le indiscrezioni apparse sulla stampa, i Paesi baltici – che più di tutti percepiscono lo spettro della minaccia proveniente da est, – la Romania e l’Italia avrebbero spinto per approvare un pacchetto di sanzioni contro alcuni esponenti russi. Non è stato tuttavia trovato un consenso politico in quell’occasione, a dimostrazione delle divergenze tra i vari Stati membri su come “trattare” la Russia.
A incrinare ulteriormente i rapporti sono state le espulsioni, il 6 gennaio, da parte delle Autorità russe di tre diplomatici europei di nazionalità tedesca, svedese e polacca – accusati di aver partecipato alle dimostrazioni anti-regime. Questa mossa è stata condannata dai Paesi interessati e lo stesso Borrell ha rilasciato una dichiarazione di protesta mentre si trovava ancora a Mosca durante la sua visita di tre giorni.


Il deterioramento tra Bruxelles e Mosca è dovuto anche dalle situazioni in Bielorussia e Ucraina. In seguito alle dure repressioni compiute dal regime bielorusso guidato da Aleksandr Lukashenko, alleato di Putin, l’UE ha adottato sanzioni (divieto di accesso all’UE e congelamento dei beni in UE) che hanno mirato alle più alte cariche del regime, Lukashenko incluso. Inoltre, dal 2015 l’UE ha imposto sanzioni – ad oggi colpendo 177 individui e 44 società prevalentemente di origine russa – contro i responsabili che contribuiscono a minare l’integrità territoriale dell’Ucraina (in altre parole la Crimea) e coloro che violano gli accordi di Minsk. D’altronde lo stesso Lavrov ha dichiarato alla stampa durante la conferenza congiunta con Borrell che l’utilizzo di sanzioni è una “triste imitazione statunitense”, esprimendo poi la propria contrarietà alla “trappola” delle condizioni imposte dagli accordi di Minsk.

TRA CORAGGIO POLITICO E VUOTO POLITICO: QUALI PROSPETTIVE?

Borrell ha voluto nondimeno segnalare con la sua visita la disponibilità a riallacciare un rapporto con la Russia e tentare di ottenere il rilascio di Navalny. Benché la liberazione dell’oppositore non sia avvenuta, va riconosciuto coraggio politico all’Alto Rappresentante per la presa di contatto con membri della società civile russa e la volontà di riprendere in mano le relazioni con il vicino su una molteplicità di temi, benché i mezzi d’informazione non siano stati teneri con lui, taluni accusandolo di aver condotto una visita fallimentare.
Se si vorrà riaprire un dialogo che porti anche a un riavvicinamento tra UE e Russia, lo si dovrà fare cercando soluzioni congiunte su temi concreti in scenari di rilievo internazionale. Per evitare che i cinque principi guida delle relazioni UE-Russia rimangano inchiostro su carta, ambedue le parti potrebbero impegnarsi a fondo per cooperare su dossier “congelati” come l’Ucraina, l’Iran (JCPOA) o la Libia, all’indomani dell’annuncio del nuovo Governo di unità nazionale. Oppure in campo scientifico, come sulla questione del vaccino russo contro la Covid-19 “Sputnik V”. Sarà anche necessario, in questo quadro complesso, tenere conto delle priorità della nuova Amministrazione Biden nella relazione russo-americana per poter auspicabilmente dare nuovo impulso a un cammino di distensione. Come sempre ci saranno dei limiti a quanto Borrell potrà realizzare con la Russia, poiché questo dipenderà in ampia misura dalla volontà dei 27 Stati membri, spesso divisi da diverse sensibilità sulla posta in gioco.
La prossima occasione utile in cui l’UE potrebbe prendere una decisione nei confronti della Russia sarà al Consiglio Affari Esteri programmato per il 22 febbraio. Da questo appuntamento pende la scelta di quale direzione strategica prendere nei confronti della Russia – una scelta che potrebbe avere conseguenze importanti sulle dinamiche delle relazioni internazionali.

Giorgio Trichilo

International Security Studies graduate from Scuola Superiore Sant’Anna and University of Trento who is passionate about writing opinion pieces on international political affairs

http://www.securityfields.net
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